sabato 19 novembre 2011

Oggi doveva andare tutto bene, doveva essere una bella giornata, bella come non ce n'erano state da troppo tempo, mi sto riavvicinando a B. , è venuto un mio amico in negozio e ho passato delle ore veramente piacevoli, ma soprattutto stasera dovevamo uscire insieme (io e B.) e per una volta non mi sarei distrutta, non ci saremmo distrutti, dovevamo essere felici, almeno stasera...
E invece mi ha chiamata e mi ha detto che mi deve dire una cosa, brutta. Ovviamente, sadico fino all'ultimo non mi vuole ancora dire cosa, lo farà stasera. Mi farà a pezzi..

domenica 13 novembre 2011

La serata non poteva andare peggio, sono arrivata nel locale, ho salutato tutti, anche P. e ho fatto come se nulla fosse, peccato che diversi nostri amici hanno lanciato frecciatine durante tutto il tempo, in sua presenza se ne sono usciti con frasi tipo: "Allora come vanno le cose tra di voi Sara?" "Sara, dovete andare a letto più spesso, glie la devi dare a quel povero ragazzo, vedrai che le cose si risolvono" e anche "Ah...buon mesiversario!" ...già, oggi avremmo fatto dieci mesi insieme, ufficiali diciamo, senza contare il tempo prima, e io comunque me n'ero dimenticata. Ho sclerato, ho detto a ognuno di loro che dovevano smetterla e che non era una faccenda che li riguardava.
Ho preso la macchina a fine serata e sono stata un'oretta al bar con gli altri, c'era anche B., lo sapevo benissimo perché mi aveva scritto un messaggio dicendo che sperava di vedermi stasera. Gli ho tirato mille frecciatine, stando sullo scherzo, ma lui capiva benissimo che mi riferivo al rancore che provo per lui e incassava il colpo senza ribattere.
Poi sono andata alla macchina, lui mi ha seguita, si è seduto sul sedile del passeggero e mi fa "hai tempo per fumare una paglia (ovvero una sigaretta)?", abbiamo abbassato gli schienali e abbiamo fumato in silenzio, poi si e voltato su un fianco verso di me, mi ha tirato a se e mi ha baciato la fronte soffermandosi con le labbra li per un po', poi ha sospirato, ed è rimasto in silenzio. Mi ha assalito una tristezza tremenda ricordandomi di tutta la nostra storia, avevo voglia di abbracciarlo, baciarlo, dirgli che lo amo, e invece non mi fido più di lui, e nessuno potrà mai dirmi se faccio bene o meno, nessuno può sapere se quella storia è vera o no, solo lui, e io posso solo credere o meno alla sua versione dei fatti.
E' che la nostra era una bella storia, era travolgente, piena di passione, eravamo fuori di testa, avevamo mandato a fanculo ogni regola, era una storia con le nostre di regole. Oggi ho visto per caso il video di Rihanna, "We found love" e mi sono messa a piangere, perché sembrava il racconto della nostra storia, le nostre abitudini, il nostro essere meravigliosamente folli. Peccato che ogni volta che ripenso a quei momenti spunta l'immancabile "E se avesse finto tutto il tempo? E se...."
Beh basta.

Oggi ho anche pranzato dopo giorni che non lo facevo, ho avuto la nausea per il resto del giorno e ho paura di pesarmi.
Stanotte ho bevuto talmente tanto che stamattina non ero dimagrita nemmeno di un etto, nonostante ieri, oltre all'alcol, abbia ingerito solo due caffè.
Lui era li, l'altro mi ha cercata.
Mi spiego ok: il "principe azzurro" menzionato nel mio post precedente, e che da adesso chiameremo P. , mi ha mandato un messaggio ieri, nel bel mezzo della mia durezza (alias "ubriachezza"), con scritto "Mi manchi.", si proprio così, -MiManchiPunto-.
Ho ignorato il messaggio e ho continuato a bere, nell'imbarazzante situazione di non sapere cosa rispondergli.
Avrei voluto scrivergli che lui non mi manca per niente, che sto precipitando, si, ma che lui non risolverebbe nulla.
Vorrei dirgli che nemmeno io gli manco, e che deve smetterla di affezionarsi alle abitudini. Perché lui è così, non gli manco io, gli manca la routine, gli manca avere quella ragazza fissa che tutta la sua famiglia conosce, gli manca dormire da me dopo una serata in discoteca, gli manca l'immagine pubblica che davamo di noi.
Si, pubblica perché come vi ho detto abbiamo una certa notorietà nella nostra città, legata al fatto che facciamo parte di una società che lavora in varie discoteche, e organizziamo serate ed eventi in altri locali, niente di che, ma le persone sanno che eravamo insieme, davamo anche l'impressione di essere una bella coppia, e ora tutti un po' ignari non sanno bene cosa sia successo, se siamo ancora insieme oppure no, e girando per piazza stanotte numerosi molestatori mi hanno fermata, (fingendo di essere dei miei grandi amici, quando in realtà alcuni non mi ricordavo nemmeno chi fossero, ed è tanto se li ho visti o salutati una volta) chiedendomi cosa fosse successo con P. o dove fosse ieri sera. "Non lo so dov'è - Non siamo più insieme - No, nessuno dei due sta male, non andavamo d'accordo - Ora siamo felici, ci divertiamo".
Ma forse solo io sto bene senza di lui.
E poi c'era anche LUI, quello che mi ha spezzato il cuore, dopo avermi riportato alla mia vita di eccessi e di cattive abitudini. Lo chiameremo B., un po' come "Bastardo-Bestia-Babbeo-Bellissimo".
Non doveva esserci, e invece c'era, camminava dietro di me e guardava con occhi di odio tutti i ragazzi che mi salutavano.
Ci siamo fermati a fumare, "Lei non deve fumare" ha detto a tutti, "Non fatela fumare vi prego".
Ho avuto dei problemi, è vero, io non devo fumare più, il mio cuore e la mia pressione da zombie non mi permettono lussi di questo tipo, ma stavo male, la sua presenza li mi uccideva. Mi sono allontanata, ho acceso una sigaretta, sono andata al primo locale che c'era nella via, conoscevo il barista, mi ha fatto 7 piombini (di acqua di bora bora, liso form e jungle) offerti da lui. Sono tornata dagli altri, ho guardato per la prima volta in quella sera negli occhi B., sperò di avergli trasmesso tutto il rancore che provavo per lui con quello sguardo.
Più tardi un suo amico mi fa "Lui ti ama non lo capisci? Devi credergli, non può averti fatto nulla di male, non l'ho mai visto così.." e ancora "Ieri è venuto da me fatto e ubriaco, l'ho visto piangere per la prima volta, ha detto che non importa quanto ci vorrà, lui ti deve riconquistare, e io gli ho detto -vattela a riprendere-". Quei discorsi mi hanno provocato una tempesta di emozioni che non so descrivere, so solo che io non riesco a credergli, e questo ogni volta mi fa cadere nella frustrazione più profonda.
Io difficilmente riesco a credere nelle persone, ho avuto esperienze devastanti per me e ora la mia autodifesa ha distrutto la fiducia.
Comunque per il resto della serata abbiamo bevuto insieme, io e B., lui beveva tutto quello che bevevo io, e io per sfida bevevo il doppio. Più che per sfida in effetti era per mettere in time-out i pensieri.
Siamo tornati a casa in condizioni pietose.
Stamattina ho risposto a P., al suo "Mi manchi.", con un "Non credevo", esatto -NonCredevoPunto-, ed è la cosa più inutile e senza senso che potessi scrivere, si è vero, credevo stesse bene anche lui, mi ero fatta dei viaggi mentali per tranquillizzare la mia coscienza, avevo detto a tutti che era finita e che stavamo bene, ma io in effetti non l'ho mai chiesto a lui, era tutto nella mia testa.
Tra poco lo rivedo, vado a lavorare in un locale, abbiamo organizzato un aperitivo in grande, e tra un paio di ore sarà li, davanti a me, non si scappa. Vorrei scappare invece.

sabato 12 novembre 2011

Qualcosa su di me

Ora ho molto tempo per scrivere, il mio lavoro mi permette di cazzeggiare abbondantemente, ed è per questo forse che ora il dolore mi uccide, perché non riesco più a condurre quella vita frenetica che mi impediva di pensare per gran parte della giornata. Non posso nemmeno più chiudermi in casa, prendere i sonniferi di mia madre e dormire per ore e ore. Almeno però passo la maggior parte della giornata lontana da casa, libera di digiunare, fumare come un drago e bere come una spugna.
Un anno fa mi ero costruita una vita perfetta, mi ero fidanzata con un bel ragazzo, uno di quei tipi affidabili, premurosi, che tanto si avvicinano alla figura del principe azzurro; ho incominciato a frequentare le "persone giuste", creandomi una certa notorietà nella mia città; ho smesso di odiarmi, per forza di cose, il mio castello di lustrini mi dava l'euforia giusta per sentirmi finalmente felice, e di conseguenza ho smesso anche di litigare con i miei, in fondo facevo esattamente quello che volevano, amavano il ragazzo con cui stavo, e amavano vedermi vestire i panni della ragazza perbene, tanto che anche loro hanno iniziato a credere che quella bella favola fosse destinata a durare.
Ma per quanto si può mentire a sé stessi?
Io sono arrivata a dieci mesi, poi non ce l'ho più fatta. Non ero innamorata del principe azzurro, stavo con lui perché mi faceva comodo, perché era un insostituibile tassello in quel puzzle di belle bugie. Non ero nemmeno fatta per stare in mezzo alla "gente giusta", non ero fatta per nascondere i miei tatuaggi o le mie cattive abitudini.
Ho conosciuto un ragazzo, uno che non poteva essere più sbagliato, una persona delle quali non ci si DEVE fidare, ma che era esattamente uguale a me, alla VERA me, cattive abitudini comprese. Lui nei mesi mi ha conquistata, mi ha fatto credere in lui, mi ha fatto innamorare, e io di nuovo sono tornata quella che ero, mandando a puttane tutto quello che avevo costruito. I rapporti con i miei ovviamente sono precipitati, tanto che ora è impossibile per me vivere a casa con loro, ma devo, perché il mio stipendio non mi permette nemmeno di pagarmi un affitto.
Poi il colpo di grazia: lui mi mentiva. Su tutto, erano tutte balle, anche se lui si ostina tutt'ora a dire che non è così, il fatto è che io l'ho scoperto e le sue scuse non reggono. E per non farci mancare nulla, la sua famiglia ha deciso di trasferirsi, per strapparlo dalle dipendenze e dalle sue cattive abitudini.
Quello che rimane è un enorme conto in sospeso; rimango io, vuota, senza nulla, nessuno per cui valga la pena lottare, nessuno a cui importi se io sto bene; rimangono i miei e il loro manifestarmi continuamente disprezzo.
E io continuo a farmi del male.
Non riesco ad alleviare il dolore sordo che provo, mi sembra di soffocare, mi manca il respiro. Digiuno da giorni ormai, bevo soltanto...tanta acqua di giorno e tanto alcol di notte, per sopportare il dolore e per collassare a letto, evitando di passare notti in bianco a piangere e tormentarmi.
Ho freddo, ho freddo sotto il grosso maglione che indosso; ho freddo accanto alla stufa; ho freddo dentro di me, la mia anima ha freddo.
E mi sento sola come non mai, ci sto morendo in questa solitudine.